Gennaio – Valutazione dello stato di conservazione di un edificio

On 15 Gennaio 2000 by admin

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Abitando in un edificio costruito prima degli anni sessanta, a seguito dei crolli verificatisi ultimamente, sono alquanto preoccupato dello stato dello stabile. Potrebbe darmi qualche indicazione che mi permetta di essere più sereno?

Gentile Signore,
per darLe qualche indicazione di conforto, unitamente ad un tecnico competente, dovrei perlomeno visitare l’immobile: cercherò comunque di fornire degli elementi che possono esserLe utili.
Mi sento in dovere di precisare che fino agli anni ’70 non esistevano né conoscenze tecniche né strumenti legislativi per i controlli d’idoneità e quantità dei materiali utilizzati: tutto si basava sull’esperienza e tutto era lecito. Il primo intervento legislativo per regolamentare le strutture edili risale infatti alla Legge 1086 del 1971 che unita a successivi decreti impone prescrizioni e competenze specifiche per gli addetti del settore. Tra i tanti provvedimenti successivi, uno degli ultimi, in linea con la direttiva CEE 89/106, parla della “durabilità delle opere” prescrivendo una vita media di 50 anni per i calcestruzzi strutturati a regola d’arte.
Però, pur tenendo presente tale premessa, esistono una serie di accorgimenti che possono essere adottati sia dai proprietari degli immobili che dagli amministratori:
– indagine e sopralluogo preliminare;
– intervento di un professionista competente;
– esame di laboratorio (ove si rendesse necessario).
In merito alle indagini è bene acquisire la documentazione relativa alla concessione edilizia e la relativa agibilità/abitabilità, quella depositata presso il genio civile (solo per gli edifici realizzati dopo il 1971) e quella relativa alle eventuali varianti al progetto iniziale. Per quanto riguarda invece il sopralluogo, oltre alle opere effettuate negli immobili, è necessario riscontrare la presenza o meno di fessurazioni sulle strutture portanti (muri maestri, strutture di cemento armato) e la loro disposizione sulle parti simili dell’edificio, armature degradate, avvallamenti dei pavimenti, perdite delle tubazioni idriche, chiusure difettose di porte ed infissi.
Soltanto dopo l’acquisizione e le valutazioni di quanto appena detto, se la situazione risulterà dubbiosa o preoccupante si renderà necessario l’intervento di un professionista competente in materia (preferibilmente un ingegnere) che valuterà l’opportunità di effettuare o meno esami di laboratorio prima redigere la perizia sulla staticità o stato di consistenza dell’edificio.

Distinti Saluti
Vincenzo CAPOBIANCO

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