Maggio – 4
L’edificio in cui risiedo è tutt’oggi oggetto di lavori di ristrutturazione che hanno comportato lo sgombero degli appartamenti a causa del rifacimento dei solai. Purtroppo i lavori stanno andando molto a rilento, per non dire che sono fermi. Dopo due anni di lavori, sono ancora da completare gli intonaci di facciata e da iniziare la tinteggiatura; visto l’andazzo mi sembra improbabile l’ultimazione a breve termine. Diversi condomini vorrebbero chiedere la risoluzione del contratto, ma a questo punto è conveniente farlo? Inoltre, perché il direttore dei lavori non impone alla ditta di procedere?
Gentile Lettore,
l’argomento è delicato e di complessa soluzione.
Prima di tutto è opportuno precisare che il Direttore dei Lavori non è un “tiranno” o un “despota” che riesce ad imporre all’impresa appaltatrice di mettersi a lavorare. Egli deve controllare l’operato (inteso come corretta esecuzione dei lavori) della ditta, imponendo lavorativamente “il come fare” e, se riscontrasse anomalie, provvedere a far rifare il lavoro o a scomputare lo stesso dall’ammontare dell’appalto.
Di certo, il direttore lavori è colui che ha l’ingrato compito di certificare e giustificare (se ne esistono gli estremi) il perdurare dei lavori e, ove riscontrasse ingiustificati ritardi dovuti al comportamento inadempiente della ditta appaltatrice, individuare il termine ultimo da cui iniziare a conteggiare le penali da decurtare alla ditta appaltatrice. Inoltre deve redigere tutti quei documenti che necessariamente debbono essere consegnati all’amministratore del condominio per relazionare in merito all’andamento dei lavori (comunicazioni in genere, ordini di servizio, ecc.).
Nel merito della volontà di revocare il contratto d’appalto, personalmente ci penserei un po’ perché si vanno ad innescare dei meccanismi particolari. La ditta appaltatrice, anche se ingiustificabile per i ritardi, potrebbe richiedere il mancato guadagno per le opere non eseguite o eseguite parzialmente, potrebbe non procedere allo smontaggio dei ponteggi accollando al condominio ulteriori costi di suolo pubblico (ove esistente), ecc..
Altro punto a sfavore è il fatto che siete fuori dalle Vs. abitazioni già da due anni. Infatti, risolvere il contratto tramite un collegio arbitrale (se previsto da contratto) o tramite le vie giudiziarie richiederebbe diversi mesi (più di sei) durante i quali il cantiere resterebbe completamente fermo.
Sicuramente, più che il mio consiglio, si dovrebbe esporre esaurientemente il problema, con documenti alla mano, a un avvocato (che non pensi soltanto a far cause) onde evitare di fare passi falsi.
Ciò è quanto di più opportuno possa fare al momento l’amministratore del Vs. condominio.
Sperando di esserLe stato d áiuto, porgo
Distinti Saluti
Vincenzo CAPOBIANCO
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